Roscigno vecchio e’un luogo ricco di suggestioni in cui il tempo sembra essersi arrestato ad una sera del 1907. Un borgo incastonato nei monti Alburni, in un territorio carsico dove l’acqua domina il paesaggio e ne plasma il sottosuolo. Fu il giornalista del Mattino Onorato Volzone a scoprirla nel 1982 e a darle il nome di “Pompei del 900”ed avviò fin da subito la discussione sulla sua valorizzazione. Come gli antichi pompeiani, anche i roscignoli fuggirono dalla forza della natura, da quando due ordinanze del Genio Civile, nel 1907 e nel 1908, stabilirono lo sgombero del paese e la costruzione di nuove case piú a monte.
Oggi il borgo si presenta come l’ultimo baluardo della modernità , avendo conservato intatti i tratti urbanistici ed architettonici di un centro agro-pastorale ottocentesco. Per il suo interesse storico e culturale nel 1998 Roscigno Vecchia è stata inserita nella lista dei siti patrimonio Unesco, insieme al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, l’area archeologica di Paestum e la certosa di Padula.
L’ultimo abitante censito di Roscigno vecchio è stata un ex suora, Dorina, che ha vissuto da sola in paese fino ad 85 anni. Dopo la sua morte, avvenuta nel 2000, il posto è stato ereditato da Giuseppe Spagnuolo, all’epoca sessantenne, che oggi rappresenta l’ultima memoria storica di questo luogo. Pipa in bocca, cravatta sempre in tinta col cappello ed una folta barba bianca a caratterizzarne il volto cinematografico, Giuseppe “Libero” Spagnuolo , o zio Peppe come lo chiamano tutti, vive in compagnia dei suoi gatti e fa da cicerone ai turisti, guidandoli nel borgo, nella sua casa inondata di cimeli provenienti da tutto il mondo.
